Container, Microservizi e Kubernetes: come cambiano backup e procedure di business continuity con applicazioni a microservizi e infrastrutture cloud-ready

Container Microservizi e Kubernetes

Sempre più aziende avviano oggi aggiornamenti applicativi con il nuovo software cloud-ready a microservizi con lo scopo di velocizzare i deploy attraverso l’impiego dei container software e dell’orchestratore Kubernetes. Progetti portati avanti senza lo studio degli aspetti che riguardano la gestione e la salvaguardia dei dati. Parliamo, in particolare, delle operazioni di backup-restore, del disaster recovery, degli spostamenti di applicazioni tra sistemi on-premise e servizi di cloud, oppure da un cloud all’altro, per esempio, per incrementare le prestazioni o testare gli aggiornamenti applicativi per essere certi che funzionino in produzione.

Le applicazioni a microservizi cambiano in profondità il software e gli ambienti d’esecuzione, facendo nascere nuove esigenze in tema di salvaguardia di dati e applicazioni. “Un aspetto che viene spesso trascurato – spiega Salvatore – è la necessità di aggiornare la salvaguardia con soluzioni che siano nativamente integrate con Kubernetes”.

Per la salvaguardia di una moderna applicazione a microservizi non basta salvare dati sui volumi di storage, serve avere accesso alle definizioni di come è costituita l’applicazione e alle modalità con cui è stato fatto il deploy.

Kubernetes gestisce i volumi di storage in modo molto efficace attraverso API che separano la visione, ad alto livello, dello sviluppatore da quella di chi gestisce i sistemi.

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