La user experience è un aspetto centrale nello sviluppo delle applicazioni, che va considerato in ogni disegno ed in ogni rilascio di un nuovo software. Dall’attenzione a questo aspetto, dipende sia l’efficacia funzionale sia l’accoglienza presso gli utilizzatori finali che il prodotto potrà ottenere.

Nello sviluppo delle applicazioni, la user experience va considerata fin dall’inizio: a partire dalla raccolta dei requisiti fino al momento delle scelte architetturali e del deploy in produzione. Sapere come si comporta o si comporterà l’applicazione in contesti di fruizione e di esecuzione del software molto diversi – online, sistemi locali, remoti, distribuiti ecc. – è vitale per la qualità finale del servizio applicativo percepita dagli utenti.

Per questo, scelte architetturali e modalità di deploy sono determinanti per garantire prestazioni e scalabilità. Tuttavia, in molti casi sono necessari strumenti e servizi specifici di application performance management per ottimizzare il networking LAN/WAN, lo storage, gli ambienti database, le transazioni su sistemi legacy e per capire se ci sono anelli deboli nella catena dei dati.

Non di minor importanza la selezione del partner giusto che affianchi l’azienda nei processi di innovazione attraverso l’utilizzo di moderne architetture software cloud-ready a microservizi e di deploy in container con Kubernetes come orchestratore. Vediamo perché questo tipo di soluzioni costituiscono al giorno d’oggi la migliore assicurazione contro i problemi di una cattiva user experience.


Adeguare lo sviluppo delle applicazioni al dinamismo del business con i microservizi

I problemi che hanno maggiore impatto sulla bontà della user experience sono spesso legati all’utilizzo di software legacy o comunque allo sviluppo di applicazioni monolitiche, pensate per operare nel data center aziendale e non facilmente scalabili. Problemi resi più evidenti dall’uso da remoto delle applicazioni, dalla necessità di estendere la fruizione a fornitori e clienti, nonché di adeguare i supporti software ai cambiamenti organizzativi e di business.

Queste necessità trovano risposte architetturali nello sviluppo di applicazioni a microservizi, le più adatte ad operare sia nei moderni ambienti IT virtualizzati sia di tipo multicloud. Con i microservizi, le grandi applicazioni diventano collezioni di servizi indipendenti che possono essere singolarmente montati e smontati riutilizzandone gli elementi.

Lo sviluppo di applicazioni a microservizi permette quindi di creare, aggiornare, testare e quindi scalare nella potenza i singoli servizi in modo indipendente, lasciando piena libertà di farne il deploy dove è più opportuno: in on premise oppure in cloud. Disporre di componenti indipendenti riduce gli oneri dello sviluppo applicativo e di deploy, velocizzando gli aggiornamenti necessari per implementare le nuove funzioni richieste dagli utenti e correggere gli errori o le vulnerabilità sul fronte della sicurezza. La possibilità d’intercettare le comunicazioni che avvengono tra i microservizi (con API e protocolli standard) permette un efficace monitoraggio ai fini del debug e dell’ottimizzazione delle prestazioni.


L’uso dei container per ottenere flessibilità e automazione nel deploy

Evoluzione delle macchine virtuali, il container è una struttura logica pensata per incapsulare il codice applicativo e renderlo più facilmente trasportabile su piattaforme differenti. Nata in ambiente Linux con Docker, la logica dei container permette di distaccare applicazioni, o componenti delle stesse, dall’ambiente d’esecuzione quindi trasferirle, assieme a configurazioni e dipendenze, da un server all’altro così come spostarle su un qualsiasi servizio di cloud IaaS compatibile.

Attraverso l’utilizzo dei container si standardizzano le modalità dei deploy software permettendo l’effettuazione delle operazioni da console, semplificando il lavoro dei team IT o addirittura automatizzandolo attraverso orchestratori come Kubernetes.

Con l’orchestratore diventa possibile spostare velocemente il software tra ambienti di test e di produzione, tra cloud di differenti fornitori. L’astrazione facilita la gestione dei grandi ambienti applicativi d’impresa, dove possono essere presenti centinaia di applicazioni e migliaia di microservizi.

Lo sviluppo di applicazioni a microservizi trova nella containerizzazione e nell’utilizzo dell’orchestrazione i supporti più adatti per ottimizzare continuità e prestazioni, quindi indirizzare gli aspetti chiave per migliorare la user experience.