La trasformazione digitale, che si sta via via attuando, richiede profonde modifiche a tempi e metodi generali, ed in particolare dell’application governance. Di conseguenza, si modificano anche lo sviluppo e la manutenzione del software che le gestiscono.

Viviamo un periodo nel quale la normale comunicazione, anziché informare, cerca di affabulare, proponendo futuri roboanti nei quali tutto cambia all’improvviso e quasi per magia.

Espressioni quali mappatura dell’ICT sul business, importanza del dato pulito prima di sviluppare il processo, strutturazione dei magazzini, uffici e punti vendita, Internet of Things (IoT) e intelligenza artificiale (AI) sono solo estrapolazioni di componenti che nel retail sono realmente in continuo cambiamento, con sostanziali modifiche in cicli di pochi anni.

La realtà è ben diversa ed è guidata da abilità e comprensione. La vera trasformazione, ancorché roboante, è silenziosa. L’esempio migliore è proprio il mondo del retail.

Il retail, la vera trasformazione digitale

Per esserne convinti, basta vedere che cosa è successo durante la recente pandemia. La crisi generalizzata non ha colpito quell’ampia parte di retail che si è organizzata con e-commerce, click&collect e altre forme di attività1. Il motivo per cui nella crisi le aziende di retail, e anche della collegata logistica, hanno incrementato l’attività è che per loro la trasformazione digitale molto spinta esiste da anni e si sviluppa seguendo piani tanto dettagliati quanto dinamici. In questo settore, la crisi ha richiesto solo una diversa configurazione sul pannello di controllo dei piani di sviluppo software e finanziario.

Finché il cambiamento viene inscatolato in termini ormai obsoleti quali mobility o collaboration, data intelligence o pervasive computing e via dicendo, si dimostra di non aver ancora ben messo a fuoco che cosa sta succedendo. Per restare nella comfort zone si riduce la probabilità di successo finale. Se proprio bisogna far riferimento ad un modello avanzato di application governance, le lezioni dell’Industria 4.0 o dell’Agricoltura di precisione sono molto difficili da seguire, mentre quelle del Retail 4.0 sono immediate e brucianti.

Nel retail, come in molti altri settori, oggi la centralità di tutto è nel dato, che, se ben raccolto e correttamente analizzato, amplia di molto il vantaggio competitivo e l’orizzonte aziendale. La raccolta dei dati deve essere continua: bisogna trovare il modo in cui i dati arrivano puliti al prossimo punto, che sia un processo di analisi tradizionale o un modulo AI. I dati arrivano da molte fonti (tra i quali ordini online, terminali sui carrelli o cellulari dell’utente) e vanno instradati verso molti touchpoint in modo fluido e con latenze nell’ordine dei millisecondi. L’ICT che gestisce questo flusso dev’essere agnostica, per permettere di sfruttare tutto l’hardware disponibile in azienda – dal mainframe all’IoT. Il flusso di dati risultante va estratto senza che i vari utenti, interni od esterni all’azienda, si rendano conto della differente provenienza.

Layout, neuromarketing, robot e application governance

È questo il motivo dell’attenzione che si pone oggi nell’application governance. L’ICT aziendale deve gestire nel tempo applicazioni di varie fasi tecnologiche, oggi e nel prossimo futuro, in modo moderno. Nel retail e nella grande distribuzione, c’è sensibilità al flusso di processo come accade in un’applicazione moderna.

Vediamo le principali necessità del parco applicazioni nel settore retail.

Il layout dei negozi ricalca una struttura dati bidirezionale che coinvolge clienti, gestori, dirigenti e ICT. La promozione integra segnalazione tradizionale, digital signage e neuromarketing per comprendere e indirizzare flussi e scontrini. Il personale è sempre più seguito tramite piattaforme aperte con app specifiche, che usano anche dati ERP per ottimizzare permessi, pagamenti, benefit e ferie in modo aperto.

La logistica si basa su magazzini automatizzati, nei quali un nugolo di robot sposta continuamente gli oggetti da immagazzinare, con tecniche di routing pienamente AI-driven a partire da dati certi. Le flotte vengono gestite con software di carico dei mezzi, che considerano qualsiasi dato e analisi in tempo reale. E si potrebbe andare avanti con molti altri esempi.

Il retail è senza dubbio il settore che meglio mostra come il dato sia il re e il parco applicazioni vada gestito in maniera efficace, abbandonando la sonnacchiosa comfort zone per abbracciare l’adrenalinico cambiamento continuo, che solo la tecnologia informatica può fornire.

1 Fonte: Osservatori