Per i dirigenti IT, oggi, acquisire servizi cloud attraverso differenti fornitori, e attivare una strategia di multicloud management, non è semplicemente un’opzione, ma un requisito chiave per rimanere competitivi, ed espandere le funzionalità e la capacità dell’infrastruttura nella misura necessaria a realizzare una rapida crescita del business. Già nel 2017, secondo la “2017 CloudView Survey”, condotta su scala mondiale dalla società di ricerche IDC, a livello enterprise l’adozione di servizi multicloud è passata nella fase “mainstream”, di larga diffusione, con l’85% delle organizzazioni che sta utilizzando servizi di molteplici cloud provider.


Perché cresce il trend multicloud

Le ragioni della continua crescita del trend multicloud, rileva IDC, sono varie: c’è, ad esempio, la proliferazione di ruoli e figure professionali (line of business, addetti non-IT/CXO, sviluppatori, DevOps) coinvolti nella presa di decisioni tecnologiche, che creano un aumento nell’approvvigionamento di nuovi servizi cloud. Inoltre, le nuove tecnologie, come sistemi cognitivi, machine learning, Internet of Things (IoT) e quant’altro, vengono gestite attraverso stack software e cloud specializzati (TensorFlow, Google Cloud Platform, AWS, IBM Watson). Un altro fattore di stimolo sono gli immediati vantaggi di virtualizzazione del desktop ottenibili dalle imprese tramite l’adozione di soluzioni SaaS (Software as a Service) come Office 365.


Gestire nuvole diverse: le sfide del m
ulticloud management

Esiste una significativa differenza, precisa IDC, tra la mera adozione di molteplici tipologie di cloud e la capacità d’instaurare le competenze e i processi per amministrare un ambiente IT ibrido. Ricordando ancora i benefici, l’implementazione di un’infrastruttura multicloud permette di evitare situazioni di “vendor lock-in”, cioè di stretta dipendenza dalla tecnologia e servizi di un fornitore, e di selezionare di volta in volta l’ambiente cloud con le caratteristiche più indicate per svolgere determinate funzioni: tuttavia, un ambiente multicloud implica anche grande capacità di controllo e coordinamento di tecnologie e architetture diverse. Da ciò deriva l’importanza d’implementare una corretta strategia di multicloud management, chiamata a gestire disparati problemi: la mappatura dei workload del datacenter su differenti architetture di fornitori cloud è difficile e complessa, aggiunge IDC, soprattutto quando si cerca di preservare dati, compliance, politiche di sicurezza. Inoltre, ogni applicazione consente differenti livelli di portabilità dei workload, sicurezza, governance, risorse e quant’altro.


Strumenti di m
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Una volta selezionati i servizi cloud per implementare la propria infrastruttura IT, e alle prese con l’amministrazione di workload applicativi su molteplici cloud, la possibilità di usare i servizi di gestione e deployment delle risorse che ogni singolo public cloud provider fornisce per la propria architettura si rivela una soluzione frammentaria: meglio invece orientarsi verso una piattaforma di multicloud management, in grado di automatizzare ed orchestrare con efficacia ed efficienza lo spostamento e la migrazione dei differenti workload applicativi tra ambienti cloud pubblici, privati, ibridi, in funzione dei requisiti tecnici e di business di volta in volta stabiliti. Oltre ad automatizzare ed orchestrare i workload tradizionali, e quelli virtualizzati tramite macchine virtuali (VM) e container, una piattaforma di cloud management fornisce anche funzioni di gestione della sicurezza, di governance delle policy e controllo della compliance, senza trascurare il monitoraggio delle prestazioni dell’infrastruttura e delle applicazioni, e la gestione economica dell’ambiente multicloud, tramite ottimizzazione delle risorse e stima dei costi.


Multicloud management con container e microservizi

In maniera crescente, le iniziative di trasformazione digitale tendono a sviluppare applicazioni cloud-native, basate su container, microservizi e tecnologie di orchestrazione di container come Kubernetes, per aumentare al massimo l’agilità e l’efficienza dell’architettura IT. Uno dei principali inconvenienti delle infrastrutture multicloud è, infatti, la complessità che sorge quando occorre spostare tra ambienti IT diversi (on-premise, cloud privati, cloud pubblici) applicazioni originariamente progettate per funzionare in un preciso ambiente software. Adottare i container, invece, permette di superare questo problema, perché tali tecnologie consentono di ottenere una portabilità dei carichi di lavoro applicativi su qualunque tipologia di cloud, senza doversi preoccupare della sua specifica architettura tecnologica.